Intimità

 

L’intimità è una questione di attenzione.

 

  • L’intimità è minima se la tua attenzione è assorbita dalla preoccupazione di come appari, se segui un copione per poterti giudicare adatto o accettabile.

Non sei in intimità se ti giudichi male a causa della tua vulnerabilità, se tenti di mantenere il controllo per sentirti sicuro.

In questi casi cerchi di assicurarti il futuro e intanto sei distratto dal presente. Non sei in intimità se cerchi di acchiappare la felicità, tanto meno se la fondi su illusioni di potere e di possesso.

 

  • C’è grande intimità invece se ti mantieni aperto sensorialmente, se ti accorgi di quel che provi, tocchi, annusi, lecchi, vedi…, così da riconoscere la presenza del tuo partner.

C’è intimità se sei attento allo star bene, senza scopo, senza dover essere.

C’è intimità se usi la tua vulnerabilità per sentire, per accorgerti, permettendoti di trovarti sorpreso, spiazzato da sensazioni che non tenti di contenere. In questo caso, ogni idea di te stesso si dissolve e può esserci grande comunicazione.

 

Non c’è intimità se hai paura, ma c’è se provi quel timore tremolizzo che nasce dallo stupore grande quando non tenti di contenerlo.

 

Quanta paura hai di non essere amabile?

 

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