Sintesi: cos'è l'offesa

come funziona lo scheletro di ogni emozione


Cos'è l'offesa?

  • L'offesa è una sensazione fisica unita a pensieri che le danno significato e la fanno aumentare.
  • Ci offendiamo “bene” se diamo retta a qualcuno per noi importante che dà un giudizio negativo su qualcosa che crediamo determini il nostro valore.
  • Spesso non ci accorgiamo che i pensieri che stiamo facendo sono solo pensieri, film mentali, e reagiamo ad essi come se fossero la realtà.

 

Quali sono le reazioni all'offendersi?

  • quando crediamo che l'offesa dipenda dall’altro, spesso reagiamo con rabbia aggredendo o sminuendo o cercando goffamente di ignorare
  • quando crediamo di essere esattamente come l’altro ci descrive, ci sentiamo tristi perché è come se ci fossimo abbandonati: non ci sentiamo più noi stessi.

Come ci offendiamo: un automatismo

  • offenderci è un nostro comportamento scelto automaticamente

Come ci offendiamo

  • per offendersi bisogna giudicarsi (che è il contrario di ri-spettarsi) e temere di non essere amabili
  • offendendoci ci immedesimiamo in una specie di dialogo in cui parlano due immagini di noi, quella con cui ci sopravvalutiamo e quella con cui ci sottovalutiamo
  • assorbiti in questo dialogo fra il futuro (ciò che voglio essere) e il passato (ciò che penso di essere stato) non ci accorgiamo di quello che esiste nel presente
  • il dolore dell’offendersi deriva dal non ritenersi amabili perché le due immagini non sono abbastanza simili o dalla parziale consapevolezza del proprio autoinganno
  • per difenderci dal dolore che noi stessi ci procuriamo quando ci offendiamo, aggrediamo o ci sentiamo vittime, in entrambi i casi non ne traiamo gran vantaggio

 

Come mai non ha senso giudicarmi

  • Se ti chiedi “chi sono?” ti accorgi di essere un soggetto, non un oggetto.
  • Come soggetto, non puoi essere definito neppure da te stesso. Ecco che non ha senso tentare di paragonarsi e di giudicarsi, qualsiasi cosa chiunque dica di te (compreso te stesso).
  • Qualsiasi cosa una persona dica credendo di parlare di te, puoi sempre ricordarti che neppure tu sei in grado di definirti, così non indurrai te stesso a paragonarti e a giudicarti.

Come posso migliorare se non mi giudico, se non faccio autocritica?

  • Non puoi migliorare te stesso
  • Puoi migliorare il tuo comportamento, la tua respons-abilità di  ottenere ciò che vuoi.
  • Per non crearti ostacoli a modificare i tuoi comportamenti, ricorda:
    • non sei né il tuo comportamento né i risultati che ottieni
    • fai attenzione a ciò che ottieni: la buona intenzione non garantisce che il comportamento sia adatto ad ottenere ciò che vuoi
    • individua una tua misura di “abbastanza"

 

Cosa mi succede se smetto di giudicarmi?

  • ti rispetti, magari pianifichi e apprendi, oppure vivi in uno stato di flusso.

Perché a volte non vogliamo smettere di offenderci anche se ci fa male?

  • Autocommiserazione: mi ammiro in quanto soffro, dunque devo continuare a soffrire per poter continuare ad ammirarmi.
  • A volte non smettiamo di offenderci per difenderci dal dolore dell'offesa: mi inganno per non soffrire dell'offesa e per continuare a non soffrire devo continuare ad ingannarmi.

Oltre al dolore dell'offesa c'è di peggio: l'alienazione

  • Immedesimandoci nel film di noi ideali otteniamo di non sentire dolore, con lo svantaggio di alienarci da noi stessi.
  • Immedesimandoci in un ruolo cerchiamo il senso di noi stessi dove non c'è: in una parte del film di noi ideali.

 

Come offendendomi induco gli altri a offendersi

  • Offendendomi propongo all'interlocutore la mia visione alienante del mondo, per comprendermi lui la assume implicitamente e si offende a sua volta.
  • Tutti insieme e ciascuno, nel tentativo di non soffrire l'alienazione, ci alieniamo ancora di più e invitiamo gli altri a farlo.