COSA SUCCEDE CON GLI ALTRI QUANDO CI OFFENDIAMO?


Quando ti offendi inviti gli altri a fare altrettanto.

(La relazione interpersonale ha la stessa forma di quella intrapsichica).

 

Se ti droghi con l’offesa (sentendoti nel giusto, o senza colpa, o poverino, o….), nelle relazioni vai a caccia di collusione, vale a dire cerchi chi scambia con te dosi di droga, accogliendo e nutrendo il senso di superiorità in quanto vittima (per esempio qualcuno che ti dica “hai ragione, anche con me fa così, non hai colpa…”).

 

Se osservi bene, ti accorgi che, quando ti offendi, inviti gli altri ad offendersi a loro volta perché comunichi loro, implicitamente, i presupposti dell’offesa: è come se dicessi loro “sono valutabile, non amabile incondizionatamente e sono identificato con il comportamento e/o i risultati che ottengo”, e quindi lo siete

anche voi.

 

Vai a cercare sicurezza nella tua capacità di procurarti dosi di droga, scambiando la collusione per amicizia.

 

I rapporti con gli altri diventano stereotipati, conformi, prevedibili e soddisfano l’unico obiettivo di ottenere premi e sfuggire punizioni: questa macabra sicurezza diventa la tua unica soddisfazione.

 

E a quel punto sei nel gioco oppresso/oppressore: non punti a liberarti con la responsabilità di riconoscere e soddisfare i tuoi bisogni, ma punti a prenderti la tua dose punendo chi non si conforma, chi non si opprime come fai tu con te stesso.

Sei ormai tossico di sicurezza, non crei fiducia.

 

Preferirai avere a che fare con persone che ti premiano proprio per la tua alienazione in un circolo di inviti reciproci ad alienarsi.

Per ... ottenere cosa? per non sentire il dolore dell'alienarti ti alieni per non sentire il dolore dell'alienarti ti alieni per non sentire il dolore...

 

E pensare che basta non perdere di vista i propri veri bisogni per accorgersi, farsi presente, rispondere e fare tutto un altro gioco.