Chi si offende fa lo scemo e il prepotente


Quando ci offendiamo?

Quando ci immedesimiamo in un’idea di noi che sentiamo disconfermata.

 

E’ un’idea di noi in cui ci identifichiamo per sentirci accettabili, e per legittimare la nostra posizione di potere-sugli-altri.

Chi si identifica nella propria immagine si offende per recuperare il potere-su-altri che teme perduto.

 

Temere di offendere è la nostra collusione con questo potere e con questo sistema che confonde immagine e realtà.

Chi si offende aveva già offeso se stesso pretendendo di imporre al proprio posto la propria immagine.

L'offesa è sempre un'auto-offesa.


Chi si offende è prepotente con se stesso e tenta di riuscire con la prepotenza anche sugli altri.
Chi si offende trascura ogni suo vero bisogno per mantenere la propria immagine.

Temo chi si offende, tanto più se fa il papa, il presidente del consiglio, l’ayatollah. O il genitore, il professore, il medico… chiunque abbia un’autorità istituzionalizzata.


Chi si offende:

  • incolpa gli altri di ciò che prova
  • è dipendente dal vantaggio perverso nel sentirsi vittima
  • impersona copioni
  • considera quel che viene detto o fatto come un commento su di sé
  • perde di vista i suoi veri bisogni
  • non si rispetta
  • è cieco agli altri
  • si forza di conformarsi…

Non c‘è da starci attenti?

 

Niente è offensivo in sé, sono le persone che si offendono.
Come fa una signora ad offendersi se qualcuno commenta negativamente il suo vestito?
Come fa un lavoratore ad offendersi se qualcuno critica il suo lavoro?
Come fa il papa ad offendersi se qualcuno usa il crocefisso come vibratore?
Come fa Khomeini ad offendersi per gli scritti di Salman Rushdie?


Nulla di ciò che può essere detto o fatto riuscirebbe ad offendere qualcuno se questi non si fosse già autoffeso identificandosi in un’idea, nell’idea di sé e del mondo che coltiva confondendola con la realtà, e fondando su quell'idea il proprio potere-sugli-altri.


Quando c'è tirannia e fondamentalismo chi è prepotente si arroga il diritto ad offendersi.

Secondo il tiranno "la satira deve avere dei limiti".

 

Chiunque sia, chi si offende si comporta da scemo pericoloso.
E noi come lui se gli riconosciamo potere su di noi riconoscendogli il diritto ad offendersi..
Con la paura di offendere ci manteniamo in scacco: attiviamo più o meno inconsapevolmente censure e cecità che supportano un potere fondato su immagini prese per realtà.

Non esiste il diritto ad offendersi.

Dobbiamo ritrovare la nostra responsabilità accorgendoci che è irresponsable indicare qualcun altro come colpevole di quel che proviamo quando ci offendiamo. Dobbiamo accorgerci del meccanismo con cui ci siamo offesi, e tornare a rispettare in nostri veri bisogni...

Smettiamola di raccontarci che sono altri a non rispettarci, come se non potessimo farlo noi finché non lo fanno gli altri.


(la vignetta è di gavavenezia.bolgspot.com)